FORMALDEIDE: QUALI RISCHI?

FORMALDEIDE: QUALI RISCHI?

Già nel 1983 il Ministero della Salute aveva emanato una normativa “usi della formaldeide rischi connessi alle possibili modalità d’impiego” che fissava un limite massimo di esposizione negli ambienti domestici di 0,1 ppm (124 μg/m3).

La formaldeide, come altri inquinanti, mette a rischio il comfort e la salubrità degli ambienti interni, che in realtà rappresentano una priorità in ogni edificio per garantire il benessere delle persone. La formaldeide è un composto organico volatile (COV), ovvero un gas nocivo per la salute dell’uomo che favorisce l’insorgenza del cancro ai polmoni.

Nel tempo si è continuato ad utilizzare questa sostanza, per le sue proprietà interessanti per diversi aspetti, in molti settori come l’edilizia.

Nel 2004 l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ha dichiarato che la formaldeide è cancerogena, inserendola nell’elenco delle sostanze cancerogene per l’uomo. La sua classificazione inizialmente era “carcinogeno di categoria 2”, ovvero tra le sostanze sospettate di provocare il cancro.

Purtroppo no.

Dal 2015 la classificazione della formaldeide è peggiorata passando a “Carcinogeno di categoria 1B”, indicando così un maggior pericolo confermato da diversi studi scientifici che hanno permesso di comprendere i suoi effetti sulla salute

Tutto come se niente fosse successo.

Bettina Meyer del prestigioso Fraunhofer WKI di Braunschweig non ha solo ripercorso l’evoluzione delle norme in materia, ma ha puntato i riflettori sugli attesi sviluppi normativi che entreranno in vigore dall’agosto 2026 e che ridurranno della metà le emissioni “ammesse” rispetto al limite attuale, portandole a 0,05 ppm (parti per milione) o 0,062 milligrammi al metro cubo.

Un regolamento europeo che non riguarderà solo i pannelli a base legno, ma che progressivamente coinvolgerà ogni altro prodotto che emetta questa sostanza come le vernici.