LA WEB TAX VIENE ANCORA RIMANDATA. IN CAMBIO GLI USA ACCANTONANO I DAZI DI RITORSIONE PER IMPORTARE I PRODOTTI FASHION

LA WEB TAX VIENE ANCORA RIMANDATA. IN CAMBIO GLI USA ACCANTONANO I DAZI DI RITORSIONE PER IMPORTARE I PRODOTTI FASHION

Italia e Stati Uniti hanno firmato un nuovo accordo per la proroga della tregua sulla web tax, l’imposta italiana del 3% applicata sul fatturato dei giganti del tech. In un comunicato pubblicato ieri dal governo di Washington, si posticipa al 30 giugno 2024 la data di scadenza dell’accordo congiunto siglato anche con Austria, Francia, Spagna e Regno Unito firmato nell’ottobre del 2021. L’accordo prevede i termini transitori per il passaggio dalle attuali web tax nazionali verso la nuova soluzione Ocse che permetterà di tassare i giganti del digitale attraverso principi comuni. Tuttavia, visti i ritardi nella definizione dei dettagli tecnici del primo pilastro della riforma Ocse del fisco internazionale, proprio a causa degli Stati Uniti, si è resa necessaria una proroga per evitare eventuali e prevedibili guerre commerciali. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno accettato di abbandonare i dazi di ritorsione che avevano emanato e temporaneamente sospeso contro i cinque paesi.

A fine dicembre, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti aveva sottolineato l’urgenza di prorogare la tassa sul fatturato dei giganti del digitale, vista l’incapacità degli Stati Uniti di implementare l’accordo Ocse a due pilastri deciso nell’ottobre 2021.

A marzo 2021, gli Stati Uniti avevano minacciato dazi del 25% sui prodotti del fashion Made in Italy per un ammontare di 120 milioni di euro. In un elenco dettagliato, si menzionavano ritorsioni su abbigliamento, borse, scarpe e accessori. Ma erano in pericolo anche profumi, occhiali e lenti, caviale e acciughe.